Il Braille: una risorsa inclusiva anche per i bambini ipovedenti
Il Centro di Consulenza Tiflodidattica di Agrigento ha recentemente svolto un’attività importante, dimostrando che il Braille non è solo per i non vedenti ma può essere un prezioso strumento anche per gli ipovedenti. Una bambina con gravi difficoltà visive ha infatti partecipato a un percorso di avviamento al Braille, scoprendo nuove opportunità di apprendimento e autonomia.
Tutto è cominciato per gioco. Per una consulenza con le docenti ci siamo recati a scuola di Asia, una bambina ipovedente che per studiare utilizza i libri a caratteri ingranditi. In classe, coinvolgendo tutti gli alunni, abbiamo mostrato a mo’ di gioco come funziona il codice Braille. Se le docenti guardavano con diffidenza l’idea che Asia potesse intraprendere questo percorso, la bambina ne è invece rimasta affascinata e incuriosita, tanto che dal giugno 2024 (insieme alla famiglia) abbiamo iniziato il percorso di avviamento al Braille.

Settimanalmente Asia si reca al nostro Centro di Consulenza Tiflodidattica per apprendere a leggere e scrivere in Braille. Dapprima ci siamo accertati che Asia attraverso l’utilizzo del casellario Romagnoli avesse già ben consolidati prerequisiti come lateralizzazione, i rapporti topologici memorizzando la collocazione dei punti nelle celle braille e l’orientamento immaginativo motorio.
Poi abbiamo cominciato ad utilizzare i libretti per la discriminazione percettiva delle lettere Braille dove la bambina ha appreso tutto con grande rapidità, per cui abbiamo sin da subito utilizzato la tavoletta e il punteruolo. Successivamente si è divertita a scrivere con la dattiloBraille e, viste le spiccate capacità di apprendimento e volontà dimostrate, abbiamo introdotto l’utilizzo del display Braille Luce che Asia ha accolto con entusiasmo e allegria. A distanza di sette mesi i risultati raggiunti sono eccellenti: la piccola riesce a scrivere e leggere in piena autonomia.

La famiglia della bambina, inizialmente sorpresa dalla proposta, ha accolto questa iniziativa comprendendo l’importanza del Braille non solo come sistema di lettura e scrittura, ma anche come mezzo per superare le difficoltà visive. Infatti hanno avuto modo di capire che il sistema Braille non è un limite per Asia ma una competenza in più che le permette di affaticare meno la vista e di sfruttare al massimo altre competenze sensoriali, che prima non venivano prese in considerazione. I genitori sono di fondamentale importanza per Asia, perché le stanno dando tutti i mezzi necessari per renderla autonoma e indipendente: il Braille ne è un esempio. Asia ha sviluppato competenze fondamentali che le consentiranno di accedere in modo ancor più completo al mondo della conoscenza e della cultura.

Questa esperienza fatta dalla bambina e dalla mamma sfata il mito che il Braille sia riservato esclusivamente ai non vedenti, dimostrando invece la sua versatilità. I centri di consulenza sottolineano come il Braille possa diventare uno strumento inclusivo e personalizzabile per chiunque abbia difficoltà visive, migliorando significativamente la qualità della vita.
L’attività svolta conferma l’impegno dei Centri di Consulenza Tiflodidattica nel supportare bambini non vedenti e ipovedenti e le loro famiglie, offrendo percorsi educativi e didattici che promuovano autonomia e inclusione. Questa iniziativa dimostra che l’accesso alla cultura è un diritto fondamentale e il Braille può essere una chiave per aprire nuove possibilità anche per i nostri bambini ipovedenti.